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Per la Farmacia vaticana una missione di servizio e carità
I locali della Farmacia Vaticana si rinnovano. Dopo sette mesi di attività in container provvisori allestiti dietro il palazzo del Belvedere, da lunedì 3 agosto si torna ai tradizionali punti vendita. E gli avventori si troveranno davanti a un restyling completo degli spazi.
Sostituiti i pavimenti, il soffitto, l’illuminazione, sono stati sistemati altri quattro scivoli per la distribuzione dei medicinali attraverso i robot Bd Rowa. In tal modo si è raggiunto il numero di sei porte automatiche, dalle quali i tre robot fanno arrivare in soli 8 secondi i prodotti al farmacista richiedente, come spiega il direttore della farmacia, il religioso dei Fatebenefratelli, fra Binish Thomas Mulackal.
E questa è solo una delle tante innovazioni introdotte con i recenti lavori di ristrutturazione. In particolare, oltre all’automatizzazione della vendita è stato attivato anche lo “smartticket”. Si tratta di un indicatore completo di tutto quanto riguarda il prodotto: basta inquadrarlo e con un semplice click del cellulare vengono illustrati tutti i dettagli. Sono state anche installate vetrine virtuali con schermi collegati a computer, in modo da poter visionare i medicinali e gli integratori e avere maggior spazio dietro al banco vendita. Anche le tradizionali cassettiere per i medicinali sono state eliminate per avere più posto a disposizione. I lavori, portati avanti nell’ottica di una gestione compatibile con l’ecologia, sono stati necessari per mettere a norma gli impianti tecnici e consentire l’ottimizzazione degli spazi. In primo luogo, dunque, la Farmacia Vaticana offre un ambiente più accogliente al visitatore e permette al farmacista di erogare un servizio efficace. È stata prestata molta attenzione all’estetica degli interni e si è cercato di utilizzare apparecchiature, mobili, scaffalature, pavimenti, infissi e illuminazione sostenibili dal punto di vista ambientale. In particolare, l’adozione di apparecchi ad alta efficienza energetica non solo aiuterà a ridurre l’inquinamento, ma consentirà significativi risparmi energetici.
Senza dimenticare che la missione della Farmacia Vaticana è quella di contribuire alla salute del corpo e dare speranza a quanti soffrono, anche attraverso la disponibilità all’ascolto. In prima linea, infatti, ci sono i farmacisti che con la loro professionalità permettono un uso sicuro, efficace e razionale dei prodotti. Ciò garantisce che il singolo paziente riceva il medicinale giusto al momento giusto, insieme al consiglio più appropriato.
È stato anche rinnovato il sito web della Farmacia Vaticana per assicurare la possibilità di controllare lo stato dei prodotti ordinati ancora in sospeso. Altro elemento innovativo, l’adozione di un sistema di elimina code in tempo reale.
Certamente, la pandemia da covid- 19 ha impresso un’accelerazione nell’ottimizzazione degli spazi. D’altra parte, il palazzo del Belvedere in cui essa si trova, non era una struttura nata per ospitarla, per cui a causa della vetustà dei locali è stato necessario intervenire.
Attualmente, la farmacia occupa globalmente una superficie di 1.000 metri quadrati suddivisa in varie zone, tra cui una grande sala adibita alla vendita, i magazzini sotterranei, gli uffici e il reparto cosmetico. Vengono gestite circa 40.000 referenze (farmaci, parafarmaci, integratori e prodotti di igiene e dermocosmesi), impiegando 65 dipendenti, oltre ai promoters delle aziende che collaborano nel reparto cosmetico. Questa équipe di farmacisti, religiosi Fatebenefratelli, magazzinieri e personale amministrativo, come una grande famiglia, si occupa quotidianamente dell’accoglienza e del servizio delle circa 2.000 persone che accedono, metà delle quali provengono da fuori lo Stato della Città del Vaticano. Non è la prima volta che la Farmacia si rinnova. Fin dalla sua nascita nel 1874 sono stati effettuati vari interventi e sistemazioni dei locali.
L’ultimo grande ampliamento risale 1989, ma negli ultimi tre anni erano stati rinnovati il magazzino (2017-2018), gli uffici dell’amministrazione e il reparto cosmetico (2018-2019) e, infine, la sala del punto vendita (2019-2020).
Fonte: Osservatore Romano
Articolo di Nicola Gori